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La si incontra percorrendo il suggestivo Corso Mazzini, originariamente faceva parte di un complesso architettonico, risalente al 1330, che ospitava le Benedettine. Nel 1540 il Vescovo Roverella autorizzò le monache a edificare una nuova costruzione per uso religioso, sempre lungo il Corso: i lavori di ampliamento e restauro dell'edificio sacro iniziarono nel 1575, e per circa due secoli apportarono cambiamenti di stile sulla facciata, che si contraddistingue per i due portali gemelli sormontati da timpani di forma triangolare e finestroni.
All'interno, sul complesso di decorazioni, spicca il suggestivo soffitto composto da ricche ed ampie superfici di tela dipinte a tempera, incastonate in una lussuosa cornice intagliata e dorata, opera mirabile del famoso artista ascolano Ludovico Trasi, attivo nella seconda parte del Seicento. Le opere sono la raffigurazione del Santo Titolare e della Trinità con la Vergine ed i Dodici Apostoli, probabilmente risalenti all'ultimo scorcio dell'attività lavorativa del Trasi, che trasse spunto da Carlo Maratta, componendo influenze baroccheggianti al gusto classico.
Tra le opere conservate vi sono uno splendido altare realizzato da Lazzaro Giosafatti, tra il 1745 e il 1747, con delle raffinate figure angeliche in stucco, presenti anche nelle forme del legno intagliato e dorato del Presbiterio, e due pale d'altare, la prima del bolognese Gian Domenico Cerrini, autore della "Madonna in Gloria tra i Santi Egidio e Pietro", mentre la seconda di Giovanni Perruzzini, con figure dei Santi Benedettini. La struttura appartiene alla famiglia Saladini-Pilastri che la acquisì nei primi decenni del XIX secolo ed è chiusa al culto.

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